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Verso la «Mente Superiore»

La «Scienza dell’Energia Applicata» (Saggezza Antica) ci insegna una distinzione fondamentale:


  1. Anima (il vero Sé – Colui che Pensa)

  2. Corpo Mentale (diviso tra inferiore e superiore – quello inferiore è l’intelletto e il raziocinio, quello superiore è la mente astratta, analogica, intuitiva e che unisce)

  3. Cervello Fisico (è un organo del corpo fisico, uno strumento straordinario.


L’Anima ha il compito di inviarci le “idee divine”, cioè dei principi e valori superiori che ispirano il nostro percorso durante l’incarnazione. L’Anima conosce perfettamente il suo progetto di vita.


La Personalità ha il compito di rendersi “ricettiva” nei confronti di questi valori e principi, affinché si possano attuare nella vita e concretizzare nei rapporti.


Il corpo mentale è il luogo ove avviene questa “impressione”; il cervello è l’antenna fisica che capta e trasforma le idee, e le fa diventare dei pensieri, dei propositi, degli obiettivi da raggiungere. Poi si attiva la volontà di agire, l’azione, la parola, ecc.


Noi non siamo il corpo fisico, non siamo le emozioni, non siamo la mente, non siamo la personalità. In un certo senso, non siamo neanche l’Anima.

Noi siamo piuttosto un “principio d’identificazione”, ovvero una Coscienza che sta evolvendo e deve imparare a identificare se stessa nell’Anima e non più nella Personalità.


Questo processo è descritto dalla Scienza dell’Energia Applicata come una scalata di una montagna sacra. L’uomo lotta e fatica, parte dalla pianura, prosegue nelle valli e s’incammina nei sentieri della montagna. Sale, sale sempre di più. Man mano che avanza sviluppa sempre di più e sempre meglio, di vita in vita, incarnazione dopo incarnazione, la sua Personalità. In questo modo diventa sempre più potente, influente, pieno di desideri personali, ambizioni e traguardi egoistici.


L’Anima si trova oltre la cima. Quando l’uomo è arrivato in cima, ed ha soddisfatto la maggior parte dei suoi desideri di gloria, ricchezza, visibilità, realizzazione, ecc. è pronto per mettere in crisi quella struttura “personale” e lasciarsi redimere dal Fuoco dell’Anima.

In questo senso l’Anima è il nostro Dio. Allo stadio attuale, invocare l’Anima equivale a dire: «Dio, aiutami».


L’Anima è Luce e Amore ed è pronta ad educare l’uomo che si è preparato a lungo ed ora può mettere le sue energie al servizio del bene del mondo e degli altri. Non pensa più solamente a sé, la sua famiglia, i suoi interessi, i suoi affari e il suo tornaconto… Quest’uomo ora è disponibile per prendersi la responsabilità di servire un Piano più grande. Qui inizia un Nuovo Sentiero, una Nuova Montagna di Luce da scalare, più elevata della prima. E la Legge di Evoluzione si rimette in moto.

Se l’uomo sostasse ancora nel bisogno di affermazione egoistica, si fermerebbe e, inevitabilmente, soffrirebbe sempre di più.


Per fare in modo che l’Anima inizi quest’educazione c’è bisogno che il discepolo (l’uomo) elevi le sue energie verso la Mente Superiore. Finché rimane nel Mentale Inferiore (razionalità, intelletto e calcolo) e nel Corpo Astrale (Emotività e sbalzi d’umore), la sua vita è sempre costellata di pensieri legati all’affermazione dell’io e del soddisfacimento di desideri personali, che lo rendono uno schiavo!


Le energie della Mente Superiore sono altruiste e portano all’affermazione del gruppo e dell’organismo in cui si vive.

Come disse il filosofo Epicuro: «E’ non solo più bello ma anche più piacevole fare il Bene anziché riceverlo».





Dunque lo strumento principale di ogni aspirante spirituale che deve usare nel suo Servizio è questo prodigioso Corpo Mentale (la Mente). Per utilizzarlo al meglio deve tenerlo pulito, cioè purificarlo. Eliminare quegli inquinanti e mescolanze che impediscono alla Mente di svolgere la sua funzione di strumento puro del Divino (Anima).


Vediamo come:


  1. Studiare e Leggere. Scegliere un certo numero di capitoli da leggere cona anticipo. Organizzarsi. Darsi già un tempo e non fare a caso. Sapere che dopo 25 minuti l’attenzione crolla naturalmente. Ogni capitolo o lungo paragrafo che si è letto, bisogna chiudere il libro e “sforzarsi” di ricordare e ripetere tutto ciò che vi è scritto. Non è assolutamente sufficiente sottolineare. Se non si riflette su ciò che si legge, allora la lettura serve a pochissimo. Nell’era in cui viviamo, sommersi dalle informazioni, tutto viene ben presto dimenticato. Ora che si è capito mentalmente qualcosa di nuovo, bisogna applicarlo e viverlo. Finché non si fa l’esperienza concreta di ciò che si è capito, la conoscenza non si trasforma in “coscienza”.

  2. Imparare la Vera Arte della Concentrazione, che è la magia della Luce. Proprio come qualche specchio riflettente la Luce del Sole, posto in un certo modo e direzionato in un punto preciso, genera un calore tale da poter bruciare e incendiare, allo stesso modo imparando a rilassarsi e concentrare tutto il proprio pensiero solo e soltanto su un soggetto o pensiero-seme che si sceglie, imparando a non direzionare nient’altro che la forza del pensiero solo su quel soggetto (ad esempio: «Cos’è la generosità?»), noi arriviamo dritti alla vibrazione della Mente Superiore. In questo modo, la mente inferiore dopo un po’ collassa e ci trasporta al piano superiore, ove ci irradiano i Raggi dell’Anima e ci permettono di conoscere una nuova verità che non potevamo sapere prima. È un vero e proprio “Raja Yoga”.

  3. Il Silenzio Mentale. Si raggiunge fermando il turbinio dei pensieri e acquietando il frastuono delle emozioni, dei desideri e sentimenti. Si può sentire “La Voce dell’Anima” solo nel Silenzio. L’Anima ama il Silenzio e la quiescenza. Per favorirlo si può praticare la Conservazione delle Energie (parlando disperdiamo sempre energia). Concentrandoci, studiando, occupandoci dei problemi solo quando si manifestano, e dedicare quotidianamente una parte del tempo a al riesame silenzioso e sacro di tutto ciò che abbiamo fatto, detto e vissuto durante la giornata.

  4. Limitare le sofferenze della Personalità. La sofferenza di quest’ultima nasce dai bisogni non appagati. Anziché cercare sempre di spingere sull’acceleratore e di aumentare l’energia per appagare tutto ciò che desideriamo, operiamo una sistematica limitazione dei bisogni. Meno saranno e meno si soffrirà! Abbiamo bisogni naturali e altri totalmente inutili perché sono un “sovrappiù” rispetto a quelli naturali. E se consideriamo quelli naturali (mangiare, bere, dormire, amare, lavorare, ecc.) ci sono alcuni necessari e altri non necessari. Iniziando ad appagare solo inostri bisogni naturali e necessari e togliendo qualsiasi importanza a quelli che – come l’ambizione, gloria e le ricchezze, ecc. – non hanno alcun limite e non possono mai veramente essere soddisfatti (c’è sempre qualcosa di più da fare) e non portano alla felicità. Attraverso lo sforzo di voler conoscere, studiare, imparare le Leggi Spirituali si acquisisce la capacità di sentire l’aponia «assenza di dolore» e atarassia «assenza di turbamento». Per rendere felice la nostra personalità dobbiamo saper vincere su tutto ciò che turba la sua serenità, in particolare i continui bisogni non soddisfatti!


Quattro straordinari consigli che ci vengono dalla Saggezza Antica o Scienza dell’Energia Applicata, che ci conducono verso il Mentale Superiore.

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