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Come trasformare la cronaca nera in oro

Nella stragrande maggioranza dei telegiornali di tutto il mondo risuona con forza l’oscuro slogan pessimistico: “va tutto male”. La cronaca nera è un coacervo di tossine psichiche ed emotive che inquinano mente, cuore ed intestino. Rispettivamente vanno ad infilarsi presso: sistema linfatico, sistema circolatorio e apparato digerente. In questi tre luoghi possono prosperare, riprodursi e circolare.



Attraverso l’accentuazione del dramma della morte, dell’omicidio, della perdita, del disastro o della mancanza, vengono introdotti atomi di sofferenza nel corpo energetico di milioni di persone contemporaneamente. I pochi esseri umani che tentano di sganciarsi dalla scia delle informazioni “nere”, si ritrovano impossibilitati ad ignorare tali informazioni per “senso di colpa”. Alcuni gridano che il senso di impotenza provato davanti ad una notizia che accade dall’altra parte del mondo non deve fermare il movimento di interesse, compassione e indignazione che giustamente muove dall’intelletto e dal cuore. Poi si ritrovano a parlare della guerra per fermare la guerra. Non può funzionare. Non hanno ragione quelli che tengono la televisione accesa e il giornale quotidiano alla mano. Non hanno ragione quelli che spengono la tv, ignorando tutto, e si tappano le orecchie come fanno i bambini che non hanno la forza e il coraggio di sentire ciò che gli viene detto. Occorre trovare “la via che passa in mezzo”. Ricordate le parole del Buddha? Se le corde sono poco tirate, il liuto (un tipo di chitarra indiana) non suona, ma se sono tirate troppo, esse si rompono. Quando le corde sono tese nel modo giusto, né troppo né troppo poco, il liuto può suonare in modo meraviglioso! Bisogna comprendere profondamente “come” si generano tutti gli eventi. Imparare a non confondere la causa con l’effetto! Ogni evento che accade nel mondo è un riflesso di ciò che accade nella vita psichica degli individui. Ogni persona, attraverso la sua emissione mentale, prodotta da pensieri ed emozioni, calibrati su frequenze diverse, genera la realtà intorno a sé. Ognuno si ritrova a vivere nello strato di mondo che sta creando. Quando parliamo invece di eventi che riguardano la collettività bisogna considerare la co-creazione di un grande numero di individui. Per generare eventi negativi di massa, ad esempio, occorre molta più energia e sincronizzazione di intenti di persone. Pensiero negativo e lamentela inquinano la mia vita, generando, per risonanza, eventi negativi e “sfortunati” nel mio quotidiano. Milioni di pensieri negativi e milioni di lamentele, prodotti da milioni di persone, producono eventi drammatici su scala collettiva. Una crisi economica si può generare solo come riflesso di una profonda crisi di valori interna. Violenza e rabbia represse e covate da un grande numero di esseri umani sono in grado di partorire eventi con un incremento di violenza ed atrocità che coinvolgono la massa. L’evento materiale è la giusta compensazione e realizzazione dell’incapacità psichica di elaborare e gestire singolarmente tali squilibri emozionali. La società non è malata, è malata la psiche degli individui. La mente si è trasformata in un mostro totalmente ingestibile che inghiotte, schiavizza e gestisce la vita delle anime sulla terra! Se si impara a non confondere la causa con l’effetto si capisce perfettamente come sia inutile combattere con l’esterno per curare l’interno. Se mi guardo allo specchio e vedo degli occhi stanchi, delle occhiaie e profondi segni di stress sul volto, non cercherò di colorare lo specchio con il fine di modificare il riflesso del mio stato interiore. Eppure questa è la strategia di molti. Lo specchio mi sta dicendo che non mi sto riposando, che sono stressato e non me ne curo, che c’è una fuoriuscita grande di energia individuale. Correre ai miei ripari vorrà dire prendermi cura di me, della mia vita, del modo in cui gestisco il mio lavoro, le mie relazioni e il mio riposo. Per questa ragione non bisogna ignorare le notizie e gli avvenimenti drammatici del mondo ma neanche allarmarsene. Ascoltandoli e prendendone coscienza possiamo comprendere noi stessi. Possiamo capire se anche noi abbiamo fatto la nostra parte, attraverso la nostra emissione mentale, a generare su scala collettiva eventi di violenza, dolore e divisione. Possiamo chiederci: “Io riesco a gestire, elaborare ed esprimere costruttivamente la mia rabbia? Oppure ne sono vittima?”; “Sono in grado di gestire e creare la mia realtà? Oppure mi sento schiavo e vittima di un mondo che trovo ingiusto, e che quindi mi porta ad essere insoddisfatto e pieno di rancore?”; “Riesco ad ascoltare gli altri? Rispetto le differenze di pensiero e di opinione nella mia vita o no? Riesco ad aprire il mio cuore? Oppure vivo nella sofferenza e nell’egoismo?”. Non si può criticare e giudicare un mondo di quale siamo i creatori. Se uno non si prende cura del proprio giardino, non toglie le erbacce, non taglia l’erba, non cura le piante e i fiori, non si dovrebbe azzardare a criticare, giudicare o dare la colpa al giardino. Io non vado in allarme se ascolto e vedo eventi di violenza, divisione e ignoranza. Li guardo attentamente e prendo coscienza dell’inconsapevolezza spirituale che li genera. A quel punto, essendo parte del tutto, mi sento legittimato a prendermi cura ancora più di me stesso. In un certo senso, posso dire che ho imparato a trasformare la cronaca nera in “piombo che diventa oro”. Più sento che ci sono difficoltà ed energie pesanti, più aumento l’amore e la cura per me stesso e per la mia vita. Mi prendo la responsabilità degli eventi del mondo senza nessun carico o ansia. Ogni disavventura esterna mi ricorda di aggiustare l’interno. Mi occupo del mio giardino con amore, consapevolezza, verità e volontà. Lascio la libertà a tutti gli altri di scegliere gli strumenti più idonei alla loro evoluzione, compresa la sofferenza. Rispetto il sacro libero arbitrio altrui. E facendo questo rispetto anche il mio. Perché io scelgo di creare e manifestare un mondo meraviglioso intorno a me. Gli esseri umani ottengono “sempre” quello che scelgono. Una scelta fatta nella verità, nell’onestà e nell’amore limpido del proprio cuore, si manifesta sempre, ovunque e comunque.

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